CAPITOLO I: Le origini del Writing a Rimini

Siamo nel 1987/1988 circa quando a Rimini si manifestano i primi segni della aerosol art.
Sotto un cavalcavia di una zona periferica compare una sigla composta da tre lettere (S.O.S.) realizzato con bombole spray d'argento (probabilmente dupli color o talken) con outline rosso scuro, a fianco disegnato in nero, un character stilizzato raffigurato con bomboletta in mano e sguardo aggressivo. Un ragazzo 15enne dagli occhi azzurri e dallo sguardo al contempo penetrante e trasognato, vede questa opera e rimane talmente colpito che, probabilmente non appena tornato a casa, incomincia ad elaborare delle proprie idee covate tra i disegni che abitualmente riproduceva sui quaderni della scuola d'arte di Urbino che frequentava.
Quella persona avrebbe poi percorso tutte le tappe del writing riminese facendone un fiore all’occhiello della scena italiana ed influenzandone in maniera indelebile lo stile.
Eron scoprì che quella scritta e quel disegno sotto quel calvalcavia di Rimini erano opera di Daiaky (a.k.a. Dee Mo) e Zero-T della S.O.S. Syndicate Of Style, due tra i primi e migliori spray-artists/writers in Italia, in seguito divenuti suoi maestri.

Nel 1989 al "Barcellona Disco" un noto locale della riviera romagnola, fu organizzata una delle prime hip hop jam italiane. Le realtà di Bologna, Firenze e Rimini si fondono in quell’occasione come nello spirito del writing, e più in generale dell’hip hop, fatto di condivisione delle proprie esperienze e scambio di idee e stili.

Un'altra occasione in cui Rimini diventa il luogo di ritrovo dei pochi writers aggiuntisi nel frattempo è sempre nel 1989: un party organizzato al Cellophane disco da Crab e Wayne Brown ( un dee jay newyorkese che si era trasferito a Riccione da poco); per l'occasione venne dipinta una facciata esterna dell'hotel limitrofo al locale da un certo Toxic, che portò anch'egli l'esperienza della grande mela sulla riviera romagnola.

Da questa occasione di ritrovo iniziarono a fioccare piccoli party nei priveè dei locali riminesi e si incontrarono i personaggi che avrebbero composto il nucleo di partenza dell'hip hop romagnolo. Tra questi fanno spicco i nomi di Kallà (mc e breaker), Speed Roke (il miglior breaker di li' a molti anni nel panorama locale) e di SpaceOne. Poco dopo Eron cominciò a frequentare i primi hip hop party italiani come "Ghettoblaster", la serata che si svolgeva ogni primo sabato del mese all' “isola nel cantiere", storico centro sociale di Bologna, spostatosi negli anni seguenti al "Livello 57" con "Zona Dopa".

Nel 1991 si contavano già diverse tag e throw up nel tessuto urbano riminese; ad accompagnare le non più solitarie uscite notturne di Jessie (al tempo SEENK), si aggiunse un bomber assiduo dallo pseudonimo di Light Seven che rimarrà noto per anni per aver dipinto tutto il ponte di ferro della ferrovia che attraversa il porto canale con un throw up: WE ARE THE MOTHER FUCKER BOMBERS (che anche se sbiadito si intravede ancora oggi)

Per la prima volta la città dai due volti (quello estivo e quello invernale, ma anche quello provinciale e quello cosmopolita) vede una mole di manifestazioni di consapevolezza urbana degna delle città italiane più importanti. In questo periodo si fanno avanti altri personaggi che avevano osservato l'evoluzione del fenomeno all'ombra; si formano le prime crew vere e proprie.

Ogni sabato pomeriggio i b boys riminesi e i fratelli anconetani e bolognesi di passaggio si ritrovano in una palestra del centro messa a disposizione per fare allenare i breakers, che a loro volta diventavano sempre più numerosi.
Tra i tanti nuovi arrivati anche un certo WordRap, che è colui che vi sta scrivendo.
Ad accompagnarmi in quel luogo fu PopOne (r.i.p.), figlio di un DJ scozzese che aveva messo le sue radici nella nostra bella città; Il colore invase la città del divertimentificio con una qualità di partenza sbalorditiva.
Le domeniche pomeriggio nelle discoteche divennero il ritrovo abituale dei b.boys. Spesso, a fine serata, i writers si organizzano per andare a dipingere in linea, sui treni o in giro per la città. Il gruppo si faceva ogni giorno più cospicuo e si formarono le crew denominandosi in base alle prime due cifre del numero di telefono: La 38 squad venne imitata prima dalla 77WestPower (perchè proveniente dalla periferia est, ovvero quella più lontana dal mare della città), poi dalla 74 squad, la 52 NorthPower e via dicendo, io mi taggavo "Snut" e poi "WordRap", "Nem", "Bex", "Drow" e come tutti, mi sentivo un nemico pubblico tallonato dalle forze dell'ordine e costretto a cambiare spesso nome come un latitante.

Rimini in quegli anni viveva il declino dell'industria turistica dovuto alla comparsa in mare e fin sulle spiagge della famigerata mucillagine. Il mito della riviera romagnola che aveva caratterizzato tutti gli anni settanta ed ottanta finisce, o perlomeno, si ridimensiona parecchio.

I punti di riferimento dei riminesi vennero sgretolati in una sola stagione, e mentre i falchi facevano costruire faraoniche strutture modello arizona, per far continuare sugli acquascivoli il “sogno romagnolo”, il popolo nascosto dell’altra faccia della costa cercava una nuova identità attraverso l’arte di strada.


La reazione dell'opinione pubblica è inizialmente piuttosto scettica e stizzita; soprattutto i negozianti del centro e del lungomare manifestano il loro sdegno rappresentando essi la borghesia che deteneva il potere di una città a vocazione prettamente turistica come la nostra. Allo stesso tempo però, essi stessi commissionavano i primi lavori legali all'ormai esperto Eron che, a partire dal bagno numero 63 inizia a mostrare su commisione tutte le sue potenzialità. Intanto l'attività non consentita continuava inesorabile, e gli effetti vetro in c.so giovanni XXIII, i puppet ironici/inquetanti e l'evoluzione delle lettere che veniva trasmessa agli altri emergenti, trasformarono la percezione stessa dell'arte nelle nuove generazioni. Vedere un treno dipinto passare, o una tag di qualche writer sconoscuto era un evento raro e cercavamo il confronto nelle poche fanzine che giravano oltre che nei classici del wrting come style wars.

Tra i più proficui della seconda generazione di writers riminesi da annoverare il nome di ZEAM che insieme a SDOZ fonda la PNC (potere nel colore). A questa nuova crew si uniscono quasi spontaneamente le ultime in cui il credo della devastazione era il filo conduttore delle loro uscite notturne; è il momento della sperimentazione: si studiano i bombing più rapidi e incisivi per persuadere se stessi e gli altri writer in primo luogo, dellà validità del proprio contributo ad aumentare il consenso nei confronti del movimento. Ma in questa fase prevale la compattezza ed insieme ai writer di Ancona (Blast, Monda, ..) si passavano week end in consapevole armonia. Molti pensavano che quelle manifestazioni vandaliche fossero solo una tendenza temporanea; anche i coetanei nelle scuole e nei locali della riviera snobbavano o osteggiavano i writer apertamente....stava iniziando una sfida che Jessie descrisse in un testo come:"noi contro di loro e non noi contro di noi".

La polizia cercava, con scarsi risultati, di arginare il fenomeno, i giornalisti ipotizzavano a vanvera le loro tesi sociologiche tarate sugli anni '60, ripiegando poi sulla solita caccia all'untore. Ma, come in ogni epoca, di fronte ad un inspiegabile movimento giovanile si fecero avanti i primi personaggi solidali e sensibili alle manifestazioni di espressione.

Il centro sociale VIA di via covignano mise a disposizione degli spazi, finalmente, per lasciar dipingere e ballare break-dance ai ragazzi di strada e non. Il professor Lapassade dell'università di Parigi fece una tappa a Rimini per aggiungere l’esperienza locale al suo libro sull'arte di strada che stava scrivendo.

Il gioco tra guardie e ladri delle notti invernali riminesi (d'estate non c'era la stessa adrenalina) prosegue immancabilmente e verso l'inizio della nuova stagione estiva, l'amminisrazione comunale pensa bene di ripulire completamente il muro che percorre il tratto di linea ferroviaria tra Via Pascoli e via Tripoli. In questo punto (che si vede appena dopo partiti col treno dalla stazione in direazione nord-sud) erano già stati prodotti diversi pezzi significativi (anche di writer stranieri in vacanza) e la varietà del numero e degli stili presenti era secondo solo a quello della linea bolognese tra le zone limitrofe. Una squadra antigraffiti in pochi giorni cancellò con potenti sabbiatrici il lavoro che i writers fecero in diversi anni. Il muro rimase intatto senza una tag per neanche ventiquattro ore. Il giorno dopo tutte le crew di Rimini si unirono per creare uno degli argentoni più imponenti d'Italia. Circa 25 writers armati di spray argento cominciarono riempiendo a ricamo una dopo l'altra le enormi lettere che Eron stava rapidamente tracciando sul muro e che lo stesso andava a definire con un blue di prussia come outline quando ancora gli altri dovevano terminare l'interno del resto delle lettere che componevano la frase:
"volete una città pulita fuori per non far vedere quanto siete sporchi dentro".

Tutti i giornali locali ne parlarono per giorni e da quel momento i writers acquisirono di diritto l'uso decorativo della linea ferroviaria. Al contempo anche l'hall of fame che si era venuto a creare sui muri del porto canale venne fatto nostro per lasciare che i writer provenienti da fuori, tra gli altri Rusty e Dado di Bologna, potessero imprimere la loro testimonianza. I rapporti con le due città vicine più importanti come Bologna e Ancona è ottimo ed anche all'interno delle crew cittadine regna l'armonia.

Nasce la KRUA (KRimini United Artist) sigla che Jessie incomincia a divulgare con throw up memorabili all'Hall of fame del porto canale e in linea.

Racchiude le più attive crew quail: 38-SQUAD, TCS, PNC, BHc, SDS, FDS, 77WP, ADR..
È il 1993 e di lì a poco la nostra città verrà investita da un'evoluzione repentina del wrting...

[...to be continued...]

special thanks: Viviana (a.k.a. ist. LUCE k-rimini), che ha recuperato un bel po di materiale fotografico storico!!!

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